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Nonostante alcuni autori distinguano i visceri dagli organi per differente funzione o origine embriologica, in anatomia il termine viscere viene genericamente esteso a tutti gli organi interni contenuti nelle cavità corporee (cranio, torace, addome e pelvi). Il sistema nervoso centrale viene informato riguardo alla loro condizione tramite specifici recettori in essi impiantati. Tali recettori, nei visceri, hanno scarsa rilevanza di tipo percettivo; se noi avessimo sempre coscienza di tutto ciò che avviene all’interno dei nostri organi, saremmo continuamente disturbati. Pertanto la sofferenza degli organi interni viene segnalata soprattutto grazie all’innervazione delle fasce che li circondano, meglio conosciute con i nomi di pleura, peritoneo, capsula, guaina, avventizia. In tal senso percepiamo maggior dolore quando le alterazioni sono improvvise e richiedono uno stiramento improvviso delle fasce (es. un’appendicite), piuttosto che alterazioni strutturali che crescono lentamente e danno il tempo alla fascia di allungarsi (es. una massa tumorale). [1, 3, 4]

Il dolore profondo di origine interna, nelle fasi iniziali, è spesso avvertito in prossimità della linea mediana anteriore o posteriore del tronco, dell’addome o della pelvi, in punti corrispondenti alle sedi dove si inseriscono i principali legamenti sospensori degli organi interni. Solo in seguito è avvertito a fascia secondo la distribuzione dei metameri. Il dolore può essere aggravato dal colpo di tosse o da contrazioni massive della parete del tronco e può essere accompagnato da vari sintomi (sudorazione, nausea, tachicardia o bradicardia, ipotensione, iperventilazione), nonché da un vago senso di malessere o da una sensazione angosciante. [1, 4]
Se il dolore è intenso o persistente, può riflettersi in zone distali ed essere percepito a carico di strutture muscolo-scheletriche. Il paziente avverte dolore per esempio alla spalla per una sofferenza epatica o al braccio per un infarto cardiaco o alla coscia interna per una colica renale, ecc; è attraverso le fasce che una tensione dall’interno può propagarsi fino alle estremità. Una caratteristica del dolore di origine viscerale è che l’intensità del sintomo percepito non sempre è correlato alla gravità della causa che lo scatena. Un dolore addominale severo può essere anche causato da una banale distensione intestinale per presenza di meteorismo. Allo stesso modo, non sempre un dolore percepito come dolore viscerale, è segnale di un’effettiva patologia organica; nel dolore legato alla dismenorrea, che si manifesta all’addome e si diffonde all’area interna delle gambe, sono variazioni ormonali fisiologiche a mettere in evidenza un irrigidimento delle fasce muscolari. [1]

I visceri, direttamente ancorati all’apparato muscolo-scheletrico, sono destinati a subire variazioni al variare della postura. Allo stesso modo avviene il contrario, quando sono gli stessi visceri a condizionare e modificare la postura. Di fatto, lungo le vie di connessione tra le fasce interne e le fasce somatiche, un disturbo può propagarsi in un verso o nell’altro. Quando il disturbo è di origine somatica, se correttamente diagnosticato e trattato con terapie manuali, può essere completamente reversibile. Quando il disturbo è di origine viscerale può trarre beneficio da terapie manuali a patto che la patologia primaria venga identificata e trattata adeguatamente. [1, 2, 5]

Il disturbo somato-viscerale. E’ ciò che accade quando le fasce somatiche del tronco si alterano, per esempio in seguito a un trauma, e non si adattano più agli organi che contengono, comprimendoli. Gli organi interni, compressi, possono dare segni di sofferenza. In questo caso il disturbo imita una sofferenza interna ma è originato dalla fasce muscolari che circondano l’organo. Questo segnale serve per indurre la persona a mobilizzare la parte sofferente, prima che la rigidità della parete vada a compromettere la peristalsi interna; in questo modo la sensazione spiacevole può essere alleviata. Se invece non si coglie il segnale di disagio, allora tale rigidità si può strutturare nel tempo e alterare la peristalsi interna, fino ad evolvere in vere e proprie alterazioni strutturali (cisti, fibromi, ptosi o altre deformazioni). [1]

Il disturbo viscero-somatico funziona al contrario. Disturbi dell’apparato intestinale e uro-genitale possono ripercuotersi sull’arto inferiore tramite le fasce, provocare algia, infiammazione, tensione e, col tempo, lesioni croniche dell’anca, del ginocchio e della caviglia. Allo stesso modo disturbi a carico dei visceri contenuti nella cavità toracica, possono causare fissazioni osteo-articolari a carico di costole, sterno, vertebre e a catena causare problemi cervico-brachiali. In questi casi, non sarà sufficiente liberare le zone periferiche dolenti; sarà necessario anche affrontare la problematica viscerale che sta all’origine. [2, 5]

Per capire se un viscere è in disfunzione risulta necessario osservare il corpo e ascoltare i sintomi. Secondo alcuni ricercatori, gli squilibri dei vari organi si manifestano con zone o punti dolorosi sulla superficie del corpo [zone di Head, Jarricot], dei piedi, delle mani, dell’orecchio esterno, dell’occhio, attraverso l’eliminazione epidermica (sudore, foruncoli, prurito, forfora eccetera) o macchie in certe parti del viso, alterazioni a carico dei denti, della lingua; tuttavia si tratta di segnali di difficile interpretazione che necessitano di occhi esperti.
Molto più facilmente si possono notare sintomi che ormai fanno parte del linguaggio comune: bruciore allo stomaco o gastralgie, difficoltà a digerire, gonfiore o dolore addominale, sensazione di incompleto svuotamento dopo la defecazione, bronchite cronica o recidivante, respirazione insufficiente (dispnea), senso di impedimento al respiro, naso chiuso, rinite, tracheite cronica con modificazioni della voce, tosse frequente o senza causa, aritmie, senso di pienezza al torace, peso allo sterno, coste fasciate, palpitazioni anomale. [1, 6]
Anche l’analisi posturale può rivelare indizi importanti: questo perché il corpo, prima di manifestare un disturbo, cerca di compensarlo come può, facendo ruotare il bacino, un ginocchio, una vertebra, inclinando il collo da un lato, limitando il movimento di un piede, ecc. La lettura di tali manifestazioni può fornire preziose indicazioni sullo stato funzionale degli organi; informazioni che possiamo cogliere per restaurare l’equilibrio e prevenire le lesioni vere e proprie. 

Riferimenti bibliografici:
[1] Manipolazione viscerale per le disfunzioni interne. Stecco, 2012
[2] Manipolazione viscerale 1, 2. Barral e Mercier, 2011
[3] La riprogrammazione Posturale Globale. Bricot, 1999
[4] Semeiotica del dolore. Bonezzi e Orlandini, 1992.
[5] Il diaframma. Souchard, 1995
[6] Il codice della salute. Chenot, 2005